Verbale dell’assemblea del 12 ottobre

Apre la seduta Alessandro Candi, in qualità di presidente dell’Assemblea. Il principale intento dell’Associazione è quello di riattivare e rilanciare la propria azione, rinnovando lo Statuto e potenziando la comunicazione con tutti i settori per conoscerne le criticità. Nel rapporto con l’ULSA, che in questo periodo non si è mai interrotto, è fondamentale presentarsi come portavoce di un certo numero di dipendenti: un’associazione che presenti le istanze di una percentuale limitata di officiali non può esercitare un’efficace pressione sui vari dicasteri con cui è chiamata a confrontarsi. È necessario ampliare la platea degli iscritti.

La parola passa al segretario generale Alessandro Guarasci, che invita l’assemblea a presentare mozioni scritte che impegnino l’esecutivo ad azioni concrete. Nel frattempo riassume brevemente l’attività svolta nell’ultimo anno e mezzo.

Si sono tenuti 7 incontri con l’ULSA, 2 con la Segreteria per l’Economia, 1 con la Segreteria di Stato, 1 con la Direzione dei Musei Vaticani, 1 con l’Opera Romana Pellegrinaggi, 2 con il prefetto del Dicastero per la Comunicazione. L’ADLV ha avuto 46 interlocuzioni con varie amministrazioni vaticane, con il Governatorato e altri enti sulle questioni di maggior rilievo per i Dipendenti, fra le quali: il potere d’acquisto dei salari, il monte ore negativo, la sospensione del biennio, il contratto dei portieri, il servizio sanitario interno, l’assegnazione dei livelli, il welfare.

L’ADLV ha inoltre potenziato la propria comunicazione con gli iscritti attraverso il sito

www.adlvaticano.org

Il segretario sottolinea che l’importante è essere uniti, partecipare non per rivendicazioni fini a sé stesse né per lamentele generiche, ma per presentare e sostenere proposte che contribuiscano a un clima di lavoro migliore nella Santa Sede, un atteggiamento che avrà effetti positivi per tutti. Fra le questioni organizzative più urgenti vi è la necessità di migliorare il sito web e di consentire il versamento delle quote associative tramite bonifico bancario. Si ravvisa la necessità di creare gruppi di lavoro su aspetti specifici: fondamentale sarebbe la formazione di una Commissione per lo Statuto, della quale dovrebbe far parte almeno un giurista. Si prospetta l’ipotesi della creazione di un canale Telegram, sebbene questa proposta non sia esente dal rischio di improvvida o incontrollata divulgazione di notizie.

La parola passa a Pietro Salvati, dipendente dell’Ufficio Pensioni e membro eletto per i Dipendenti Laici nel Consiglio dell’ULSA, che all’inizio del suo intervento comunica di aver più volte sollecitato l’ULSA a convocare il Consiglio, mai riunitosi dopo le ultime elezioni dei rappresentanti dei dipendenti. L’ufficio ha risposto che si sta approntando l’Ordine del giorno: un chiaro segnale della stagnazione in cui versa l’ULSA almeno sul piano della valorizzazione degli organi di rappresentanza dei dipendenti.

Salvati informa inoltre che, da informazioni approfondite e da alcune dichiarazioni di stampa, come quella rilasciata il 5 agosto u.s. da Padre Guerrero Alves, prefetto della SPE, (https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-08/padre-guerrero-intervista-bilancio-santa-  sede-2021-trasparenza.html)

si coglie la volontà di intervenire sulle pensioni e si ha ragione di credere che si contempli anche la possibilità di intervenire sulla liquidazione. Ciò che maggiormente colpisce è la previsione decisamente pessimistica che il prefetto ha fatto riguardo la sostenibilità futura del fondo e il riferimento a eventuali contromisure che si renderebbero necessarie per mettere in sicurezza i conti e garantire il pagamento delle pensioni. La sospensione dei bienni per Motu proprio del 23 marzo 2021, provvedimento dal quale sono stati peraltro esclusi i laici di livello C2 e C3, costituisce un precedente grave e un campanello d’allarme per comprendere la modalità tassativa in cui si potrebbe intervenire.

Non è specificato in che modo si voglia procedere con questa riforma. Il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo è molto complesso e richiede parecchio tempo. Si potrebbe, ad esempio, ritoccare le aliquote: misura meno radicale, ma di non poco impatto sui lavoratori. Questa esigenza parte da un supposto deficit del Fondo Pensioni che non risulta a coloro che lavorano in quell’Ufficio, eppure le dichiarazioni del Prefetto della SPE non sono state smentite dal direttore del Fondo Pensioni. Per tale ragione sarà fondamentale fare, nel breve termine, una verifica dei dati comunicati, risalire alle fonti da cui provengono e incontrare al più presto i vertici della SPE. Inoltre, è stata espressa la necessità di un confronto anche con i responsabili dell’informazione vaticana per chiedere conto del motivo per cui non si è provveduto a una verifica delle notizie, considerata la portata e la gravità delle affermazioni.

Si comprende come a incontri di questo tipo debba presentarsi un’ADLV che abbia raccolto l’iscrizione di un gran numero di dipendenti.

Un altro problema di grande rilievo è il grave disallineamento fra gli affitti vaticani e i redditi dei dipendenti.

La parola passa a Paola Monaco che illustra all’assemblea i risultati del sondaggio sottoposto agli iscritti.

Il questionario è stato compilato da circa 250 dipendenti, che hanno permesso di avere un quadro più chiaro della situazione lavorativa in Vaticano, sia a livello generale che di singole realtà. I risultati sono stati molto eloquenti e ci hanno aiutato a individuare le aree più critiche. Le 250 risposte al questionario sono pervenute da dipendenti con anzianità di servizio fra 10-20 anni di servizio (35%) e i 20- 30 anni (30%). Di seguito le risposte più significative fornite:

– al 69% piace il proprio lavoro;

– una percentuale che oscilla tra il 65% e l’85 %:

 ha notato un peggioramento della situazione lavorativa nel corso degli anni;

 ritiene che il proprio impegno non sia ripagato in termini di soddisfazione e il 64% che non

sia adeguatamente retribuito: questo crea stress, senso di ingiustizia, insoddisfazione;

 crede che le classi orizzontali non vengano assegnate con la dovuta regolarità;

 ha ricevuto, in media, l’ultimo passaggio di livello 10 anni prima (c’è anche chi non l’ha mai

ricevuto);

 ritiene di non lavorare in un ambiente costruttivo e che la propria opinione e il proprio

contributo contino poco per il Superiore;

 crede che ci siano poche opportunità di crescita professionale;

 reputa che l’offerta formativa per il personale sia inadeguata;

 segna (in ordine) fenomeni di favoritismi e privilegi, disparita di trattamento, mancanza di

attenzione alle esigenze familiari e personali, mobbing, abuso di potere, ambiente

repressivo;

 crede che non esistano strumenti per denunciare in sicurezza.

La parola passa a Maria Brigini, pensionata della Radio Vaticana, che presenta alcune problematiche riscontrate dai pensionati vaticani.

Anzitutto si avverte la necessità di garantire continuità nell’assistenza sanitaria specialistica (cardiologo, ematologo, ginecologo, ecc.), anche quando lo specialista sia andato in pensione pur rimanendo esternamente agganciato al FAS, e senza dover pagare un ticket molto più alto di quello che si paga per uno specialista interno.

Inoltre, è stata riscontrata da molti pensionati INPS, inclusa la stessa relatrice, una particolare discriminazione: quella di dover pagare il FAS sulla pensione lorda e addirittura sulla reversibilità del coniuge che non ha neppure prodotto tale reddito come lavoratore vaticano. Tutto ciò appare

un’evidente disparità rispetto ai pensionati vaticani in quanto il loro lordo è pressoché uguale al netto ed è improbabile che un pensionato vaticano paghi il FAS sulla reversibilità del coniuge. In aggiunta a questo, il pensionato vaticano può prenotare le visite al FAS via e-mail, mentre il pensionato INPS deve prenotare direttamente agli sportelli, anche se abita lontano.

Da ultimo, Brigini fa riferimento ai servizi offerti dalla Farmacia Vaticana. I pensionati vaticani non hanno file loro dedicate, né possono prendere la stessa lettera dei dipendenti in servizio, ma quella assegnata agli utenti esterni, con lunghe attese all’aperto, al freddo o al caldo. Inoltre gli orari della Farmacia, che chiude alle 18, non si accordano con quelli del FAS, i cui ambulatori chiudono alle 20: di conseguenza un pensionato che riceva una prescrizione medica dopo le 18 è costretto a tornare a recarsi in Farmacia il giorno seguente e ciò costituisce una difficoltà per anziani che devono spesso spostarsi da lontano.

Prende poi la parola Luca Carboni (Archivio Apostolico Vaticano) che invita i presenti a coinvolgersi nell’Associazione rendendo disponibile il proprio tempo, anche solo un paio di ore al mese, e la propria professionalità. Il Consiglio Esecutivo non può farsi carico anche delle questioni pratiche della vita associativa (segreteria, contatti con gli associati, comunicazione…). Dividendosi il peso dell’ADLV si potenzia l’Associazione e si distribuiscono gli oneri su tutti. Invita a costituire gruppi tematici su singole questioni da affrontare (a solo titolo di esempio: un gruppo sulla disabilità, uno sullo Statuto, uno per la gestione della Segreteria e uno per la Tesoreria). Invita, altresì, ciascun partecipante all’odierna Assemblea a farsi promotore dell’ADLV con i colleghi non presenti.

Dai partecipanti si susseguono alcuni interventi e si formulano proposte. Un dipendente della Fabbrica di S. Pietro traccia un quadro disarmante della situazione di quella istituzione. Oltre a casi di vero e proprio mobbing, all’assunzione di personale non qualificato in contrasto con la dichiarata situazione di esuberi nel personale dipendente, si segnala la decisione assunta dai Superiori di esternalizzare l’ufficio paghe, affidando l’incarico a una società privata con sede a Padova, senza chiedere neppure la liberatoria ai dipendenti per la diffusione dei propri dati personali e sensibili. Una dipendente di Vatican News propone di costituire diversi settori in seno all’Associazione, ai quali affidare lo studio di questioni particolari, ad esempio quelle relativa alle donne e alle madri lavoratrici.

Dall’assemblea proviene la proposta di chiedere alla Sala Stampa Vaticana di diffondere i documenti informativi prodotti dall’ADLV e pubblicati sul sito; si suggerisce inoltre di redigere un documento a doppia firma DIVA-ADLV da inviare al Sinodo, anche se ormai prossimo alla conclusione, sulla dignità del lavoro in Vaticano.

Un’altra proposta sollevata da una pensionata del Dicastero per le Comunicazioni è che vengano aggiornati i livelli retributivi, bloccati ormai da più di un decennio.

L’assemblea ribadisce la necessità di una radicale riforma degli assegni familiari e delle provvidenze per la famiglia riconosciute ai parenti di persone disabili, perlomeno in linea con le riforme adottate nello Stato italiano, nonché una revisione della flessibilità in uscita per sanare la disparità nell’obbligo di timbratura fra i vari uffici e dicasteri.

L’assemblea si chiude alle ore 17.30 con il saluto e i ringraziamenti del Segretario Generale.

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