Alcuni giornali riportano la notizia secondo cui alcuni dipendenti dei Musei hanno dato mandato a un avvocato di intervenire a loro favore in merito a questioni legate alle condizioni del lavoro. L’esecutivo della Adlv, Associazione dipendenti laici vaticani, ritiene che il possibile ricorso a vie legali debba essere sempre l’estrema ratio, e segue la strada del confronto sereno ma anche serrato con le istituzioni.
Va però detto che le istanze sollevate da questi colleghi sono problematiche comuni a tanti lavoratori del Vaticano. La normativa che regola il mondo del lavoro in Vaticano è carente sotto vari aspetti: dagli ammortizzatori sociali, passando per le politiche familiari, per arrivare alla rivalutazione dei salari e all’approvazione dei regolamenti. Nonostante ciò non ci siamo mai tirati indietro quando si è trattato di capire come far sì che il sistema sia maggiormente premiante nei confronti di chi lo merita.
L’ADLV da mesi ha richiesto più volte, proprio per evitare il clamore mediatico, un confronto con i vertici del Governatorato, senza aver ottenuto risposta. Siamo stati letteralmente ignorati. Il mancato riconoscimento dei corpi intermedi porterà inevitabilmente a un inasprimento delle relazioni di lavoro. Noi siamo per il dialogo, per quello che in altri luoghi si chiamerebbe concertazione, e in questo quadro è essenziale che L’ADLV sia maggiormente riconosciuta, consultata dalle istituzioni. E questo vale ancor di più in un periodo di riforme come quello che stiamo attraversando, riforme che potrebbero riguardare vari ambiti del lavoro in Vaticano.
L’esecutivo ADLV