Cari colleghi, cari amici,
per me è onore e, soprattutto, una responsabilità essere chiamata a svolgere il ruolo di Segretaria Generale dell’Associazione Dipendenti Laici Vaticani, che ho molto a cuore e per la quale volentieri impiego buona parte del mio tempo e delle mie energie.
Ricevo questo mandato dal Segretario Generale uscente, Alessandro Guarasci, che per me continuerà a rimanere un fondamentale punto di riferimento – e con il quale collaborerò nella sua nuova veste di Vice-Segretario – in considerazione della sua esperienza. A lui esprimo riconoscenza per la sua capacità di portare l’ADLV a questo grado di evoluzione e crescita, sia qualitativa che numerica. Ricordo, a questo proposito, che le persone regolarmente iscritte all’Associazione superano, ad oggi, le 700 unità e le richieste di adesione sono costantemente in aumento. Ciò significa che i dipendenti chiedono risposte in modo sempre più incalzante; che occorre ascoltarli e proporre soluzioni plausibili ai loro quesiti. La credibilità dovrebbe essere un punto di forza per le istituzioni vaticane, poiché è da questa stessa credibilità che si genera fiducia, serietà, collaborazione attiva e fruttuosa da parte dei dipendenti, proprio quei dipendenti che, benché costantemente chiamati a fare sacrifici, si sentono ancora parte di una “speciale comunità”. La realtà vaticana, infatti, non è costituita solo da numeri, economia, segni + e -, quanto piuttosto da valori, spessore umano e morale, qualità, autenticità.
Credo di poter dire a nome di tutti i membri del nuovo Consiglio esecutivo che lo scopo del nostro operato sarà quello di camminare assieme ai nostri Responsabili verso una nuova “era”, quella basata su un confronto dialogico in cui entrambe le parti, sedute allo stesso tavolo e presa consapevolezza della loro reciproca dignità, che trascende le differenze gerarchiche, potranno concertare soluzioni quanto più possibile equilibrate e soddisfacenti. Non si può più ignorare la voce dei dipendenti; è anacronistico prendere decisioni unilateralmente e imporle dall’alto.
La mia premura sarà quella di garantire continuità rispetto al passato, con un passo deciso. Prima di ogni legislazione in materia di diritto di lavoro, rimarranno determinanti il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa, oltre ai documenti più significativi del Magistero della Chiesa, dalla Rerum Novarum di Leone XIII fino alla Lettera del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II circa il significato del lavoro nella Sede Apostolica, che ha accompagnato la costituzione dell’ADLV. Non dimentichiamo che anche Papa Francesco si è più volte espresso a favore dell’associazionismo, arrivando a sostenere che “Il sindacato è chiamato ad essere voce di chi non ha voce”. Ed è proprio questo che intendiamo fare: rappresentare le necessità di chi, da solo, non sarebbe in grado di esprimere il proprio punto di vista o di rivendicare i propri diritti. A livello legale, inizierà per noi un iter che avrà come obiettivo l’approvazione del nuovo Statuto e il riconoscimento della personalità giuridica dell’ADLV, pur mantenendo la necessaria autonomia e peculiarità.
L’ADLV si avvarrà sempre più di esperti in diversi settori, da quello giuridico a quello finanziario/contabile, da quello della comunicazione a quello sportivo/ricreativo, e sarà organizzata in modo più strutturato grazie al contributo di molti collaboratori, sia volontari che professionisti, interni ed esterni al Vaticano. Si cercherà di tessere relazioni a più livelli e di dialogare con altri organismi internazionali, per crescere e rafforzarci attraverso il confronto e lo scambio di idee.
Per me sarà una grande sfida e una speciale opportunità. Cercherò di svolgere questo incarico nel migliore dei modi, con la passione che mi caratterizza, arricchendo le mie competenze, approfondendo con scrupolosità le mie conoscenze e, soprattutto, avvalendomi dell’aiuto prezioso del Consiglio esecutivo e tutti gli associati. L’ADLV non può prescindere da voi, da ciascuno di voi che la rende speciale con il proprio talento, la propria ricchezza e unicità. Continuiamo, dunque, con coraggio il nostro cammino, la nostra simbolica “marcia del sale”, decisi nel sostenere i nostri principi umani e cristiani, facendoci da essi guidare e illuminare. Il nostro sarà un percorso pacifico, ma deciso, di trasformazione strutturale e tutti voi siete chiamati a farne parte con una semplice firma, un contributo di qualsiasi natura, una presenza, poche parole di critica o supporto.
Il nostro agire convinto e incessante genererà un “butterfly effect”, un cambiamento significativo che, stimolato dal “basso” e divenuto quantomai necessario, apporterà sicuri giovamenti all’ambiente di lavoro vaticano. L’importante è muoversi all’unisono, coordinati e motivati, ma sempre rispettosi.
Grazie di cuore del vostro prezioso supporto e buon lavoro a tutti!
Paola Monaco
L’Istituzione religiosa nella quale abbiamo lavorato o lavoriamo attualmente, come “umili servi nella Vigna del Signore”, proclama con i suoi discorsi ed eventi vari, molti messaggi di speranza, liberazione, salvezza, sviluppo sostenibile, progresso integrale, inclusione, rispetto delle persone, ecc. ecc.
Il nostro lavoro, per coneguenza, ha avuto o ha una valenza non soltanto relativa ai diritti e ai doveri dei rispettivi contratti che abbiamo firmato, ma trova la sua pienezza di senso nella promozione dei valori evangelici vissuti da Gesù, che ci chiedono a TUTTI, non soltanto ai laici, di accompagnare con una coerenza e testimonianza ogni volta più fedele tra il discorso e i fatti concreti.
Il Sinodo attuale, in fase di chiusura, cercherà di eliminare in maniere nuove il clericalismo, l’abuso di potere e di coscenza che hanno danneggiato enormemente la credibilità della Chiesa e cercherà di promuovere concretamente il posto della donna nella Chiesa. Immagino che altro obiettivo sarà quello di realizzare l’ideale della “conversione del papato e della sua corte o curia”. Mentre il mondo bruccia ad-extra e in torno a noi, speriamo di poter dare nuovi passi insieme per queste gigantesche sfide ad-intra. Cordiali saluti a tutti voi.
Complimenti Paola, parole chiare, rispettose e dirette che sposo in pieno!
é importante far capire che le ingiustizie non vanno mai accettate