L'annona del Vaticano

Il mistero dell’Annona del Vaticano. I dipendenti tenuti fuori dalle scelte

Il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano annuncia Urbi et Orbi, attraverso la Direzione
dell’Economia, che da lunedì 13 gennaio, l’Annona, ossia il supermercato vaticano,
rimarrà chiusa per lavori di “ristrutturazione e riqualificazione”. L’annuncio ha un tono patinato e solenne: la predetta riorganizzazione, che avviene a cent’anni dalla creazione del punto vendita, non tradirà la “missione” di “offrire un servizio fondamentale ai dipendenti di Governatorato e Santa Sede, consentendo loro di fare acquisiti in un punto vendita di prossimità”. Non dimentichiamo che la missione include anche l’accesso a esterni provvisti di tessera, in grado di contribuire, nel loro piccolo, all’incremento degli introiti di un Vaticano che, a dire degli organismi economici interni, a stento tira avanti, mentre (dal 2014) si medita su possibili misure per sforbiciare qua e là. Scampoli di economia per un pasticciato patchwork. Massima solidarietà da parte dei dipendenti che conoscono bene il quotidiano sacrificio di far quadrare i conti.

Rinnovamento a beneficio di chi?

In cosa consista questo rinnovamento non è dato sapere. Dalla fine dello scorso anno si vocifera di
una gara d’appalto che vedrebbe alcuni supermercati italiani, tra i marchi più noti, proporsi come
operatori economici interessati alla gestione del punto vendita, in un’ottica di esternalizzazione dei
servizi. Qualche manager (ci sembra attualmente il termine più appropriato da usare) sorriderà
sornione all’ingenua richiesta dell’ADLV di entrare nel merito di “scelte superiori”. D’altronde, chi
sono questi moscerini che mettono bocca su tutto e ai quali si è deliberato di non dare risposta di
sorta? L’Associazione non ha voce in capitolo – dicono gli organismi economici – e i dipendenti
“esistono” solo come singoli. Peccato che il nostro Statuto dica il contrario. Sarebbe curioso poter
ascoltare il parere di San Giovanni Paolo II, per volontà del quale siamo stati costituiti. Se le
conseguenze di alcune scelte strategiche ricadono sui dipendenti, ci sentiamo in dovere di
intervenire in nome dei principi della dottrina sociale della Chiesa che rappresentano uno dei
fondamenti della nostra attività.

Confusione e incertezza tra i dipendenti dell’Annona

L’aspetto più serio di questa operazione strategica è la totale esclusione dei dipendenti da
queste scelte operative. E non stiamo parlando dei dipendenti del Vaticano in generale, ma di quelli
dell’Annona. Le generiche visite effettuate dai Responsabili del Governatorato, lo scorso anno,
lungi dall’aver garantito informazioni esaustive, hanno solo creato panico e allarmismo proprio per
mancanza di chiarezza. Ciò che è più grave è che, a pochi giorni dalla chiusura del punto vendita
alimentare, nessuno dei dipendenti dell’Annona sappia di che morte debba morire. Saranno
ricollocati in altri uffici del Governatorato o Dicasteri della Santa Sede? Che mansione
svolgeranno? Saranno direttamente coinvolti nella fase di ricollocamento? Saranno convocati e
ascoltati? Alcuni di loro si sono già preoccupati di individuare posizioni aperte all’interno del
Vaticano, riuscendo a ottenere il trasferimento. La cessazione del contratto con le ditte esterne che
gestivano, da decenni, i reparti della macelleria e dell’ortofrutta, ha aggravato lo stato di sconforto e
confusione. Aspettiamo di vedere cosa accadrà con il reparto della panetteria.

Quali sono le politiche per il personale in Vaticano?

Ciò che maggiormente amareggia i dipendenti dell’Annona è la totale assenza di dialogo e comunicazione tra le parti, in presenza di una situazione di precarietà che non può che destare preoccupazione nei padri e nelle madri di famiglia che operano in quel settore. Se il progresso che stiamo ricorrendo procede di pari passo con la carenza di sensibilità e di attenzione verso le persone, forse è il caso di fare qualche passo indietro. Eppure circolano via email annunci, dalla grafica accattivante, di grandi saldi e occasioni, es. il 20% di sconto sui prodotti rimanenti al supermercato. Lo scenario di guerra che ci si è trovati di fronte, con scaffali vuoti e offerte non più applicabili alla poca merce rimasta, è la perfetta immagine dello stato d’animo degli stessi dipendenti: desolazione, sconforto e amarezza. Qualcuno dice: “Non ci sono parole per commentare”. Sta tramontando anche il mito dell’Annona, quello che, diverso tempo fa, proponeva interessanti occasioni ai dipendenti, realmente competitive rispetto all’esterno, che riflettevano un trattamento di favore e una particolare cura per i lavoratori vaticani. Piccoli, ma importanti segnali.

Si apra un confronto vero

Auspichiamo vivamente, come Associazione che tutela i diritti dei lavoratori laici del Vaticano, che
i responsabili del Governatorato organizzino a breve termine una riunione con tutto il personale
dello spaccio annonario per definire chiaramente i termini della questione, chiarire tutti i dubbi e presentare le loro scuse per lo stato di inquietudine e agitazione in cui hanno lasciato i loro
dipendenti proprio durante le festività natalizie, trascurando umanità, carità e diritto d’informazione.

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