Il Fondo Pensioni Vaticano

Arriva una riforma delle pensioni in Vaticano?

Il Prefetto della Segreteria per l’Economia, P. Juan Antonio Guerrero Alves, ha annunciato, il 5 agosto, una possibile riforma del sistema pensionistico del Vaticano. Ma quali saranno gli effetti? Quali azioni saranno messe in campo per garantire la sostenibilità del sistema? I dipendenti vaticani sono sempre aperti a soluzioni a tutela del bene comune, ma va anche tenuto conto che oramai, da alcuni anni, assistiamo a una compressione dei salari. Dunque, come saranno le pensioni del futuro?

“Misure correttive, non traumatiche”

P. Guerrero infatti in un’intervista a Vaticannews ha scritto: “È indubbio che non stiamo dotando sufficientemente il Fondo pensionistico per permettergli di rispettare gli obblighi futuri o che stiamo promettendo più di quanto in realtà possiamo permetterci. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per introdurre misure correttive, non traumatiche, ma dobbiamo farlo presto”.

Difendere il potere d’acquisto dei salari

“Fare presto”, ma come? Che cosa ci aspetta? Le opzioni che il legislatore può prendere in considerazione sono molte – basti vedere tutte le riforme fatte in Europa negli ultimi venti anni – ma il rischio è che, a scelta fatta, a risentirne siano i lavoratori. Va difeso il potere d’acquisto dei lavoratori, e anche quello dei pensionati, perché l’inflazione al 9% sta erodendo in modo significativo i redditi. Che cosa si intende per “misure correttive non traumatiche”? 

Anche in Vaticano redditi erosi dall’inflazione

Incidere sulle aliquote a carico dei dipendenti, rivedere i metodi di calcolo, andrebbe inevitabilmente a pesare sul reddito del lavoratore: un reddito ad oggi fermo, per effetto del blocco dello scatto di anzianità, dell’indicizzazione non aggiornata in tempo reale al costo della vita, del sostanziale fermo degli avanzamenti di carriera. Dunque bisogna far sì che la riforma non gravi in principal modo sul lavoratore o sul pensionato vaticano.

Pronti al dialogo

Ci auguriamo che, prima di procedere, si possa avviare una fase di consultazione all’Ulsa, in modo da sentire il parere dei rappresentanti dei dipendenti e correggere eventuali interventi che potrebbero risultare poco sostenibili. Vorremmo che su un tema così importante per il nostro presente e per il nostro futuro fosse avviata, anche grazie all’ascolto dell’Adlv, una qualche forma di concertazione, pratica che, laddove applicata, ha avuto esclusivamente effetti positivi.  L’Adlv attende informazioni più dettagliate al riguardo e, come di consueto, dà la propria disponibilità al dialogo e al confronto costruttivo.

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