I dipendenti vaticani, negli ultimi tempi, si stanno interrogando sulla natura del lavoro nella Sede Apostolica e sul senso del servizio. L’esser parte della comunità dei dipendenti vaticani dovrebbe significare essere membro di una speciale famiglia, caratterizzata da specifici valori – quelli del “vangelo del lavoro” e della dottrina cattolica sul lavoro umano, sempre viva nella tradizione della Chiesa – che le conferiscono un peculiare tratto distintivo rispetto alle aziende esterne, soprattutto private. Come sostiene anche Papa Francesco: “Lavorare è proprio della persona umana: esprime la sua dignità di creatura fatta a immagine di Dio”.
Il senso del lavoro alla Santa Sede
La “Lettera del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II circa il significato del lavoro prestato alla Sede Apostolica” mette in evidenza proprio questa particolarità: “La Sede Apostolica, nell’esercizio della sua missione, ricorre all’opera valida e preziosa della particolare comunità costituita da quanti si prodigano, nei suoi dicasteri e uffici, al servizio della Chiesa universale”. E ancora: “Ci si adopererà affinché le risorse umane e finanziarie vengano usate con maggiore efficacia…promuovendo allo stesso tempo buoni rapporti umani in ogni settore ed il vero e giusto interesse della Sede Apostolica”. Nel testo si fa riferimento a un corpo di valori caratterizzato da sollecitudine ecclesiale, coscienza personale, giustizia sociale, reciproco rispetto, fratellanza umana e cristiana, spirito del lavoro umano che proviene dal Signore nostro Gesù Cristo: “pare evidente che il lavoro – qualunque esso sia – svolto alle dipendenze della Sede Apostolica esiga ciò in misura tutta speciale”. A tal fine, ci auguriamo che sia rafforzato davvero il compito dell’Ulsa, che deve diventare un organismo di conciliazione, proprio per garantire la corretta applicazione dei regolamenti e il riconoscimento dei diritti.
La riforma economica: una trasformazione radicale
A partire dal Motu proprio “Fidelis dispensator et prudens”, il Vaticano ha iniziato a prestare una particolare attenzione all’economia, tratto ormai dominante in tutte le attività della res vaticana.
È chiaro che, come specificato nella premessa del documento, la corretta amministrazione dei beni è un aspetto fondamentale nella vita di uno Stato: “La gestione dei settori economico e finanziario della Santa Sede è intimamente legata alla sua specifica missione, non solo al servizio del ministero universale del Santo Padre, ma anche in relazione al bene comune, nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona umana”. Tutto condivisibile ma, ci chiediamo: c’è una reale attenzione alla “persona umana”? Il nostro interesse è anche tutelare l’immagine della Santa Sede, minata, purtroppo, negli anni scorsi da scandali.
Quali sono i risultati della riforma economica?
Oggi, a fronte dell’investimento di risorse effettuato, quali sono i risultati di questa “rivoluzione”? Non lo sappiamo di preciso in quanto, da qualche anno, i dati di bilancio – che un tempo venivano commentati in conferenza stampa – non vengono pubblicati. Non perdiamo la speranza di poter visionare il prossimo bilancio consuntivo 2023.
Tagli al costo del personale. Un vero risparmio?
Neanche la sospensione del biennio – provvedimento non indolore, costato migliaia di euro al dipendente, con significativa ricaduta su pensioni e liquidazioni – è riuscita a dare una svolta radicale alla situazione finanziaria della Santa Sede. Quali i frutti delle misure restrittive che hanno interessato i dipendenti in questi ultimi anni (es. blocco dei livelli funzionali, delle assunzioni, degli straordinari, ecc.)? Cosa ci dobbiamo aspettare dall’annunciata riforma delle retribuzioni? Si interverrà anche sulle pensioni? L’ADLV non ne è stata messa ancora al corrente. Ovviamente l’ADLV non è disposta a rimanere indifferente qualora venissero adottati provvedimenti ulteriormente penalizzanti per i dipendenti. D’altronde vediamo che continuano, per pochi, ad essere date promozioni e incarichi alle direzioni: azioni che vanno ad incidere sui bilanci e che non sempre avvengono con criteri di meritocrazia.
Esternalizzazioni e privatizzazioni
La cronaca più recente ci parla di un Vaticano che si sta aprendo all’esternalizzazione in diversi settori. Questo rappresenterebbe un radicale cambiamento di rotta: da ristretta comunità ispirata ai valori del Vangelo, desiderosa di sottolineare agli occhi del mondo la propria particolarità, ad azienda a tutti gli effetti. Una multinazionale un po’ claudicante, che manca di molti bonus, premi e gratificazioni di cui godono invece i dipendenti esterni. Si tende a parlare, ora, di una “cultura dell’impresa”. Quindi, cosa sta diventando il Vaticano? Per chi stiamo lavorando? Conosciamo tutti l’importanza di stare al passo con i tempi, ma a che prezzo? Quali sono le ragioni alla base di questa improvvisa sterzata? Tutto tace. L’ADLV scrive ma i Responsabili, interrogati, faticano a dare risposte.
Tutto ha avuto inizio con le società di revisione esterne che hanno cominciato a collaborare, fin da subito, con la Santa Sede. Ancora oggi, questi esperti contabili – ma con poca esperienza del mondo vaticano – continuano a offrire il loro oneroso contributo in vari dicasteri, ovviamente supportati dai dipendenti di vecchia guardia, chiamati cristianamente ad istruirli.
Pulizie e portierato sono mansioni per le quali si è fatto ricorso sempre più massiccio alle prestazioni di ditte esterne.
Il patrimonio immobiliare, di competenza dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, è stato dato in gestione ad alcune agenzie immobiliari italiane, che hanno stabilito un accordo quadro con l’APSA. La politica immobiliare, peraltro, prevede un allineamento degli affitti alle quote di mercato che non procede di pari passo con gli stipendi vaticani, fermi al 2008.
Per rimanere sempre in ambito APSA, relativamente al patrimonio mobiliare, gli investimenti in titoli e obbligazioni di tutti gli Enti/Dicasteri, sono stati improvvisamente smobilizzati e dati in gestione a società per lo più americane. Così ha deciso il Comitato per gli investimenti in accordo con la SPE, è stato detto. Ci sarà un qualche residuo di autonomia di gestione per i Capi Dicastero che sono stati amministratori fino a qualche giorno prima? E i nostri investitori interni che ruolo avranno?
L’annona, il supermercato vaticano, seguirà a breve la stessa sorte: presto la sua gestione verrà affidata a un noto marchio italiano. I 30/40 dipendenti vaticani, avvertiti a cose fatte, dovrebbero essere ricollocati all’interno del Vaticano, non si sa esattamente dove, come non si sa quale sarà il destino delle ditte esterne che attualmente collaborano con l’Annona. Accadrà lo stesso alla Vignaccia e, in futuro, all’abbigliamento e ai carburanti del Governatorato? E durante il periodo di ristrutturazione dei locali dell’annona, quale trattamento sarà riservato ai dipendenti?
Quali sono le ragioni di questa improvvisa sterzata? Tutto tace
A che cosa porteranno le riforme economiche in Vaticano
Abbiamo la percezione che il corpo si stia piano piano “destrutturando”. È una politica che ripaga? Solo il tempo ci darà delle risposte certe. Nel frattempo ci chiediamo: che fine ha fatto la necessità di tutelare dati e informazioni? E la prudenza? Perché non rafforzare le risorse interne, che sono sempre più demotivate e confuse? In che direzione stiamo andando?
Se qualcuno rispondesse con chiarezza alle nostre domande, sarebbe per noi più semplice tranquillizzare i nostri associati, sempre più preoccupati. Abbiamo chiesto ulteriori riscontri ai nostri Superiori. Qualcuno ci risponderà prima dell’Assemblea Generale di settembre? Ce lo auguriamo vivamente perché il malcontento cresce impietosamente, come dimostra la class action portata avanti da alcuni dipendenti dei Musei Vaticani. A quando la tanta auspicata apertura al dialogo sullo stile del Cardinal Casaroli?
Sono un dipendente dal 1988. Non sono mai stato interpellato e consultato dalle amministrazioni dove lavoro. Ma nemmeno dall’ Adlv. Che credibilità potete avere? Le modalità di coinvolgimento dei dipendenti devono essere diverse ed efficaci. Altrimenti siete uguali a chi criticate. E forse lo siete…
Siamo aperti a qualsiasi tipo di consiglio. Il 25 settembre ci sarà un’assemblea pubblica. Chi vuole dare il proprio apporto è benvenuto